Facciamo chiarezza

Approfondimento per i
professionisti

Nelle pagine principali del sito il linguaggio e i contenuti sono volutamente semplici e molto comprensibili, perché è fondamentalmente dedicato all’utilizzatore finale, il paziente. Lo scopo è di fornire quante più informazioni possibili sul metodo Rebite per fare in modo che venga utilizzato nella maniera corretta, aspetto che risulta fondamentale per ottenere esiti positivi dalla terapia. In questo approfondimento vorrei sottolineare quali sono i vantaggi per i professionisti, odontoiatri e fisioterapisti/osteopati in particolar modo, nel prescrivere la terapia con Rebite.

Disordine temporo-mandibolare (DTM) e disfunzioni cranio-cervico-mandibolari (DCCM) sono condizioni correlate ma distinte. Il DTM si concentra principalmente sulle articolazioni temporo-mandibolari e i muscoli masticatori, manifestando sintomi come mal di testa, dolore facciale ed in regione ATM. Scopri di più

Le DCCM, invece, comprendono un quadro più ampio di disordini, inclusi problemi cervicali e muscolari, e possono presentare sintomi simili, ma anche alterazioni posturali e dolore cervicale. In sintesi, il DTM è una forma specifica di disfunzione all'interno del contesto più ampio delle DCCM.

Il BRUXISMO è una forma di parafunzione orale che si colloca all'interno delle disfunzioni cranio-cervicomandibolari (DCCM). Si manifesta in 3 sottotipi: digrignamento (grinding), serramento (clenching) ed ultimamente in una forma che viene descritta come un mantenimento di tensione mandibolare anche senza il contatto dentale (bracing). Scopri di più

Questo comportamento può contribuire a sintomi come dolore mandibolare, cefalea e disturbi della masticazione, aggravando le condizioni di DCCM. Questa condizione si verifica quando i muscoli masticatori sono costantemente contratti, portando a tensione e affaticamento muscolare. La pressione esercitata durante il serramento può superare i 100 km in regione molare, contribuendo a dolori orofacciali e a problematiche legate all'articolazione temporo-mandibolare (ATM), come limitazioni nei movimenti mandibolari e dolore cronico.

Inoltre, la tensione muscolare può irradiarsi al collo e alle spalle, aggravando ulteriormente il disagio. Pertanto, il bruxismo è sia un sintomo che un fattore scatenante per le disfunzioni cranio-cervico-mandibolari, richiedendo un approccio terapeutico integrato. Il serramento dentale è un fattore perpetuante significativo dei disturbi cranio-cervico-mandibolari.

Questa condizione, caratterizzata dal mantenimento della mascella serrata senza movimento, provoca un sovraccarico muscolare e articolare, contribuendo a tensioni e dolori nella mandibola, nel collo e nelle spalle.

La terapia per il bruxismo include diverse strategie

A livello odontoiatrico l'uso di bite personalizzati per proteggere i denti durante il sonno è comune. Tuttavia, il bite è assolutamente necessario nel digrignamento, per proteggere dall’usura dentale, ma spesso risulta poco efficace, e talvolta controproducente, nel serramento dentale.

Altre opzioni comprendono la terapia cognitivo comportamentale, tecniche di gestione dello stress come yoga e meditazione, eliminazione di sostanze come caffè e alcool. Farmaci come rilassanti muscolari possono essere prescritti, ma non sempre sono efficaci a lungo termine; terapia con tossina botulinica.

La fisioterapia e l'osteopatia sono approcci efficaci nel trattamento dei disordini temporomandibolari (DTM) legati al serramento dentale.

Fisioterapia e Osteopatia

  • Esercizi di mobilità: Aiutano a migliorare la funzionalità della mandibola e a ridurre la rigidità.
  • Tecniche di rilassamento muscolare: Riducono la tensione nei muscoli masticatori e cervicali.
  • Trattamenti manuali: Possono alleviare il dolore e migliorare la postura.
  • Manipolazioni: Si concentrano sul riequilibrio dell'apparato muscolo-scheletrico, in particolare dell'articolazione temporomandibolare (ATM).
  • Approccio globale: Considera l'interazione tra postura, movimento e disfunzioni muscolari, affrontando le cause sottostanti del DTM.

Entrambi gli approcci possono essere integrati per un trattamento multidisciplinare efficace, mirato a migliorare la qualità della vita del paziente.

Il Rebite

E’ un dispositivo endorale standard in unica misura, costituito da un elastomero industriale che, dalle analisi di laboratorio, garantisce la presenza di una bassa carica batterica, l’assoluta assenza di migrazione di qualsiasi tipo di particelle nel tempo e l’assoluta tolleranza biologica ed allergenica, con conseguente conformità alle norme CE.

La forma del Rebite deriva dall’elaborazione statistica computerizzata delle posizioni terapeutiche gnatologiche dei dispositivi come splint e bite.

La lunghezza lineare si adatta alla maggior parte delle persone, perché questo dispositivo può essere spostato in avanti e indietro, potendo anche far fuoriuscire il cilindro di connessione dalle labbra.

Naturalmente il fondamento è che non sia in alcun modo vincolato alle arcate dentarie, aumentando così il controllo cosciente e l’effetto propriocettivo.

Il metodo Rebite

Indipendentemente dall'approccio terapeutico adottato, è essenziale che il paziente impari a mantenere una corretta posizione di riposo mandibolare. Senza questo passaggio, qualunque trattamento rischia di essere rallentato e influenzato negativamente dal perpetuarsi di abitudini parafunzionali. Quali sono, dunque, i vantaggi della terapia con il metodo Rebite?

Aspetti cognitivi

La ripetizione quotidiana del gesto, unita all'attenzione richiesta al paziente, induce un cambiamento nello schema motorio, rieducando la posizione di riposo mandibolare attraverso l'autocoscienza. Il paziente viene coinvolto attivamente nella terapia, interrompendo il circolo vizioso tra ansia, stress, problematiche psico-sociali e il mantenimento delle tensioni mandibolari o del contatto dentale. Si ottiene così un vero effetto rieducativo e riabilitativo, che ripristina la corretta funzione della posizione di riposo mandibolare.

Questo rende la terapia con il bite, così come le terapie fisioterapiche o osteopatiche, molto più efficace. Imparare ad osservare i comportamenti disfunzionali mandibolari e correggerli con buone pratiche comportamentali di rilassamento può essere considerata a tutti gli effetti una terapia cognitivocomportamentale.

Il Rebite agisce come strumento per facilitare l’osservazione.

Nel corso degli anni, ho osservato come, in numerosi casi clinici, i risultati fossero insoddisfacenti nonostante l'accuratezza delle placche occlusali e delle terapie manuali. L'introduzione di un esercizio terapeutico domiciliare come il Rebite ha migliorato significativamente l'efficacia delle terapie, sia nel breve che nel medio-lungo termine.

Effetto propriocettivo

Il dispositivo Rebite agisce come un efficace strumento di esercizio propriocettivo, con l'obiettivo di ridurre l'eccesso di tono muscolare, analogamente ad altri esercizi terapeutici. Il suo vantaggio risiede nella sua estrema semplicità e praticità d'uso, permettendo al paziente di eseguire l'esercizio in situazioni quotidiane senza richiedere un tempo specifico dedicato. Questo aspetto è particolarmente apprezzato dai pazienti, che di solito lo praticano con regolarità e senza difficoltà.

La propriocezione è la capacità di percepire la posizione e il movimento del corpo nello spazio, senza l'ausilio della vista. Essa è fondamentale per il controllo motorio e si basa su recettori specifici, come i fusi neuromuscolari e gli organi tendinei del Golgi, che inviano segnali al sistema nervoso centrale. La propriocezione è essenziale non solo per i movimenti volontari, ma anche per mantenere l'equilibrio e prevenire infortuni, rendendola cruciale in fisioterapia e allenamenti.

La propriocezione influisce significativamente sulla mobilità mandibolare attraverso la sensibilità dei meccanocettori presenti nella capsula articolare e nei muscoli masticatori. Questi recettori forniscono informazioni sulla posizione e sul movimento della mandibola, contribuendo al controllo posturale e alla coordinazione dei movimenti. Una buona propriocezione permette di eseguire movimenti mandibolari fluidi e precisi, riducendo il rischio di disfunzioni temporo-mandibolari e migliorando la funzionalità dell'articolazione. Inoltre, esercizi specifici possono potenziare questa capacità, favorendo una migliore mobilità e riducendo il dolore.

Vantaggi per il dentista

01
Potenzia l'efficacia delle terapie occlusali con bite e placche: Il Rebite migliora i risultati ottenuti con le placche occlusali (bite), soprattutto nei casi di serramento, dove l'uso del solo bite può essere insufficiente o controproducente. Il Rebite aiuta a mantenere una posizione di riposo mandibolare corretta, riducendo l’eccesso di tensione muscolare e migliorando il comfort del paziente.
02
Migliora la gestione del bruxismo: Il dispositivo agisce efficacemente in pazienti con bruxismo, specialmente nelle forme di serramento o tensione mandibolare (bracing), riducendo il sovraccarico muscolare e articolare.
03
Approccio multidisciplinare: L’utilizzo del Rebite favorisce la collaborazione con altri professionisti, come fisioterapisti e osteopati, integrando un approccio globale che affronta le disfunzioni cranio-cervico-mandibolari in modo più completo.
04
Riduce le problematiche posturali e il dolore cronico: Il Rebite, correggendo la posizione mandibolare e riducendo la tensione muscolare, contribuisce a migliorare anche sintomi associati a disfunzioni posturali e a ridurre dolori oro-facciali e cervicali.

Vantaggi per fisioterapisti e osteopati

01
Effetto propriocettivo: Il Rebite fornisce un esercizio propriocettivo continuo che aiuta a ridurre il tono muscolare eccessivo. È particolarmente utile per supportare le tecniche manuali di rilassamento muscolare e per il trattamento della tensione muscolare cronica associata ai disordini cranio-cervico-mandibolari.
02
Supporto alla riabilitazione posturale: L’uso del Rebite aiuta a migliorare la postura e l’equilibrio del sistema muscolo-scheletrico, facilitando la terapia fisica volta al riequilibrio globale del paziente. Questo è particolarmente importante nelle disfunzioni che coinvolgono non solo l’articolazione temporo-mandibolare, ma anche la colonna cervicale e la postura generale.
03
Facilità di integrazione nella terapia domiciliare: Il Rebite è semplice da usare e può essere impiegato quotidianamente dai pazienti senza necessità di dedicare tempo specifico, migliorando così l'aderenza alla terapia e i risultati a lungo termine.
04
Aumento dell'efficacia del trattamento manuale: L’uso del Rebite tra una sessione e l'altra di terapia manuale (fisioterapica o osteopatica) permette di mantenere i benefici ottenuti durante le sedute, riducendo le recidive e migliorando la risposta terapeutica globale.

Quando è utile prescrivere il Rebite

Essendo standard ed immediatamente disponibile rappresenta da subito un oggetto terapeutico per il
paziente, e l’effetto propriocettivo riduce il tono muscolare e spesso il dolore. Dalla prima valutazione è
una terapia immediatamente disponibile, facile da spiegare e da eseguire, che faciliterà la terapia
riabilitativa od occlusale.

  • Nel dolore/disfunzione facciale ed ATM, anche se non responsabile una qualche forma di bruxismo (tuttavia presente statisticamente nel 75/80 % dei pazienti con questi sintomi).
  • Nei blocchi e limitazione dei movimenti mandibolari.
  • Nella cefalea muscolo-tensiva
  • Nel dolore suboccipitale, cervicale, spalle e brachialgia di origine miofasciale.
  • Sintomi vertiginosi (non labirintici) e come tentativo sugli acufeni.

Può essere utilizzato come diagnosi differenziale per comprendere eventuale relazione tra occlusione dentale e sistema posturale. In termini semplici, se state trattando problematiche cervicali o del rachide e l’efficacia risulta parziale, oppure recidiva molto rapidamente, aggiungendo l’utilizzo del Rebite si valuta se la situazione migliora; sarà dunque opportuno valutare una componente occlusale come spina irritativa.

Per gli odontoiatri può essere utilizzato come bite “provvisorio”, ed anche in questo caso come diagnosi differenziale. Altro utilizzo odontoiatrico del Rebite è come deprogrammazione nella rilevazione centrica. In questo ultimo caso, se non presenti particolari problematiche articolari o muscolari, 30 minuti di utilizzo prima della rilevazione di centrica sono un’ottima preparazione neuromuscolare. Nel caso di problematiche più accentuate, qualche settimana di utilizzo domiciliare prepara il sistema stomatognatico alla rilevazione di posizione mandibolare e conseguentemente occlusale.